La tragedia del 24 marzo 2015 del Volo Germanwings 9525, precipitato in Francia nell’Alta Provenza, pone seri interrogativi sulla gestione della sicurezza nel trasporto aereo: soltanto a disastro avvenuto si prospettano nuove misure precauzionali che in realtà sarebbero state da attuarsi già da tempo anche a fronte di precedenti sinistri e pure del buon senso. Per esempio, i rischi comportati dalle misure antiterrorismo (portelloni anti-dirottamento tali da impedire l’accesso alla cabina nei casi di emergenza) già erano noti (peraltro, sono state ipotizzate concause connesse a tali misure anche in relazione alla scomparsa del volo Malaysia Airlines 370 ). Buon senso, inoltre, imporrebbe di non lasciare mai una sola persona nella cabina così come di condurre approfondite verifiche sulle condizioni psicofisiche dei piloti. All’indomani della tragedia si è poi assistito ad un prematuro dibattito su responsabilità e risarcimenti. Intervistato da la Repubblica (Carlotta Scozzari, Già iniziatala battaglia sui risarcimenti, in la Repubblica, 28 marzo 2015) e da RadioCapital Marco Bona ha evidenziato come in questi casi non sia possibile ipotizzare sin dal principio somme precise, dipendendo i risarcimenti da diversi fattori (luogo in cui viene promossa l’azione, legge appllicabile, ecc.). Per l’Avv. Bona risulta evidente come, laddove confermata la responsabilità del copilota, la compagnia aerea non possa andare esente dal risarcimento integrale dei danni subiti dai famigliari delle vittime.
30 Marzo 2015