La Direttiva 2004/80/CE impone alla Repubblica italiana di garantire alle vittime di reati violenti intenzionali indennizzi statali, equi ed adeguati, allorquando gli autori dei reati siano rimasti ignoti oppure non abbiano risorse economiche per risarcire i danni. L’inadempimento di tale obbligo è fonte di responsabilità civile della Presidenza del Consiglio. Questa è la tesi sostenuta con convinzione dagli Avv.ti Marco Bona e Umberto Oliva, insieme all’Avv. Francesco Bracciani, nella causa pilota che il 12 maggio sarà discussa in Cassazione. La controversia era stata instaurata per tutelare una ragazza torinese rimasta vittima di una violenza sessuale di gruppo, impossibilitata a conseguire un risarcimento dai suoi aguzzini. Il Tribunale e la Corte di Appello di Torino avevano dato ragione agli avvocati, riconoscendo, per primi in Italia, la responsabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’inadempimento della direttiva, con conseguente condanna al risarcimento del danno. La sentenza d’appello è stata poi impugnata dal Governo. E’ la prima volta che la Cassazione è chiamata ad esprimersi su questo tipo di cause: la sentenza attesa, dunque, avrà estrema rilevanza per migliaia di vittime in tutta Italia e si auspica che acccolga la tesi della responsabilità dello Stato. A discutere la causa in occasione della prossima udienza in Cassazione sarà l’Avv. Oliva. L’Avv. Bona aveva partecipato nel 2002 ai lavori della Commissione Europea per la redazione della diretttiva, ha condotto diversi studi in materia ed è stato il primo in Italia a conseguire una sentenza favorevole alle vittime.

 

 

 

13 Aprile 2015