In una video intervista rilasciata al Fatto Quotidiano il 2 luglio scorso l’avvocato Marco Bona lanciava il seguente allarme: i “regali della politica alle assicurazioni sull’Rc auto sono solo l’inizio. Ci stiamo avvicinando a un sistema dove ci sarà sempre meno sicurezza sociale con la tendenza a spostarci sulle assicurazioni. Ci sarà poi da preoccuparsi se a qualcuno verrà in mente una riforma della sanità in stile americano, un immenso e colossale regalo alle compagnie assicuratrici”. I timori dell’avvocato Bona, purtroppo, hanno trovato subito conferma, come si legge sul Fatto Quotidiano del 10 luglio: “Sanità pubblica, ecco l’integrazione con le assicurazioni che piace a Unipol e Censis“. “L’ipotesi che lo scricchiolante welfare pubblico, sanità inclusa, possa diventare appannaggio delle compagnie assicurative non è solo un’idea avanzata da osservatori ed esperti come l’avvocato Marco Bona che ne ha recentemente parlato a ilfattoquotidiano.it. Ci stanno pensando da tempo anche gli stessi assicuratori, a partire dalla Unipol delle coop che non ne fa mistero. “Appare ormai maturo il tempo di una nuova integrazione tra pubblico e privato, capace non solo di garantire la tutela sanitaria e sociale delle persone, ma anche di favorire la crescita economica, a partire dai territori”, ha detto [Unipol] commentando i risultati del rapporto Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche socialì di Censis e Unipol, che è stato presentato mercoledì a Roma”. Il Governo, come riportato dal Fatto Quotidiano, ha subito sposato questa nuova prospettiva della lobby delle assicurazioni: “Un’idea che è piaciuta molto al ministro della Salute, Lorenzin che ha commentato che sulla sanità integrativa «non siamo all’anno zero» e dal prossimo autunno si costruirà «questo pilastro importante nella riorganizzazione del sistema sanitario»”.
10 Luglio 2014