Tra le norme del DDL Concorrenza proposto dal Governo c’è anche l’art. 7, che mira a ridurre drasticamente la tutela risarcitoria dei danneggiati da sinistri stradali e responsabilità medica. Mentre la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati ha insistito per la soppressione di tale articolo, la Commissione Finanze e Attività produttive lo ha mantenuto. Però, grazie anche al contributo di Marco Bona, è stato approvato il 31 luglio un emendamento migliorativo del testo del Governo. La nuova formulazione dell’art. 7 presenta le seguenti note positive: 1) tra i criteri per la redazione della tabella per le lesioni da 10% a 100% di invalidità permanente si prevede che alle somme per il danno biologico debba aggiungersi una distinta quota per il danno morale da lesioni fisichesecondo le percentuali di incremento ritenute congrue dalla Cassazione (cioè quelle recate dal Tribunale di Milano); 2) si chiarisce che le nuove tabelle non hanno effetti retroattivi; 3) si leva via il vessatorio limite del requisito dell’accertamento strumentale per le lesioni di lieve entità, che impone ai danneggiati di effettuare esami ingiustificati dal punto di vista terapeutico nonostante gli stessi non siano idonei a comprovare l’effettiva sussistenza del danno alla persona. L’ANIA è subito intervenuta contro tali miglioramenti della disposizione, appellandosi al Governo e paventando, come al solito, l’aumento dei premi per le polizze per la r.c.a. L’ANIA ha definito “sorprendente che un provvedimento elaborato e voluto dal governo con lo scopo di ottenere una maggiore trasparenza e informazione a favore degli assicurati della rc auto e di determinare una significativa riduzione dei prezzi delle polizze, per effetto di posizioni demagogiche e interessate si traduca nel risultato opposto, l’aumento del costo dell’assicurazione rc auto”. Intervistato da ilfattoquotidiano.it all’interno dell’articolo «Rc auto, compagnie minacciano rincari se governo favorisce gli assicurati» del 31 luglio Marco Bona ha replicato come sia “molto singolare che l’Ania lamenti che a determinare l’emendamento siano state posizioni interessate: forse che le assicurazioni sono disinteressate? E poi non è colpa dei danneggiati se le assicurazioni non trovano conveniente investire sulla lotta alle frodi, rinunciando a denunciare, oppure la giustizia penale è ingolfata. Dovrebbe poi spiegare l’Ania quale connessione abbia la soppressione di diritti delle vittime con la concorrenza, peraltro in un mercato assicurativo concentrato nelle mani di tre o quattro imprese”. Il rischio ora è che il Governo Renzi intervenga a riportare l’art. 7 alla sua versione originale, fortemente voluta dalle assicurazioni.
3 Agosto 2015